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La Medicina di Genere


La Medicina, fin dalle sue origini, ha avuto un’impostazione androcentrica, cioè incentrata sull’uomo. Tuttavia, negli ultimi decenni le conoscenze scientifiche sono aumentate e, con quelle, la consapevolezza che, al di là del sesso (componenti biologiche) fosse più appropriato parlare anche di genere (includendo quindi le componenti ambientali/sociali) e approfondire le conseguenze che tale diversità apporta nella pratica clinica e nella definizione dello stato di salute.

La Medicina di Genere pone un approccio innovativo alle diseguaglianze di salute. Questa nuova dimensione è trasversale a tutte le discipline della Medicina ed assume un significato più ampio, non più correlato alle sole patologie sessuali o riproduttive, ma a tutte le malattie degli organi e sistemi che si manifestano nei due generi in termini di prevenzione, sintomatologia, diagnosi, terapia e prognosi.

Paradigmatico è il caso delle patologie cardiovascolari, la cui mortalità è maggiore nella donna, che hanno un’eziologia multifattoriale legata all’interazione di fattori di rischio, non modificabili e modificabili, quali età, sesso, familiarità, oltre all’abitudine al fumo, l’ipertensione arteriosa, la dislipidemia, l’inattività fisica, l’alimentazione scorretta, il sovrappeso/obesità ed il diabete.

Sappiamo, inoltre, che la donna rispetto all’uomo, ha un profilo di rischio cardiovascolare gravato anche dalla presenza di fattori di rischio prevalenti e peculiari, tra cui l’ipertensione gravidica, il diabete gestazionale e la menopausa precoce.

Altri esempi di malattie in cui si evidenziano differenze di genere sono il diabete. Tale patologia è più frequente nell’uomo, ma la donna diabetica ha un maggior rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari. Relativamente ai tumori, al di là della neoplasia della mammella e della prostata che sono genere specifici, è in significativo aumento nella donna l’eteroplasia polmonare. L’osteoporosi non è una malattia solo femminile, nell’uomo si manifesta con circa 10 anni di ritardo e quando l’uomo ha una frattura, la sua mortalità è maggiore rispetto alla donna. Altro esempio è quello delle malattie neurodegenerative: il rischio delle donne di ammalarsi di Alzheimer è quasi doppio rispetto a quello degli uomini.

Pertanto, l’applicazione nella pratica clinica di una medicina personalizzata non può prescindere da un approccio genere-specifico, che parta da un più efficace programma di prevenzione, con la promozione di uno stile di vita sano, e di trattamento di condizioni patologiche ad alto impatto sociale, al fine di contribuire a migliorare la qualità della vita e la salute a lungo termine.



Fonti bibliografiche:


- Baggio G, Corsini A, Floreani A, Giannini S, Zagonel V. Gender medicine: a task for the third millennium. Clin Chem Lab Med. 2013 Apr;51(4):713-27.

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