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Esercizio Fisico e Medicina di Genere

 

A cura della Dott.ssa Laura Stefani, del Dott. Roberto Palazzo e del Dott. Andrea Cerra, Unità Operativa di Medicina dello Sport e dell’Esercizio, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze.

L'approccio relativo ai trattamenti “non farmacologici“ nei confronti di un paziente ricevente un trapianto, non è ad oggi definito da linee guida specifiche. Per quanto concerne le modificazioni degli stili di vita, attualmente si può ricorrere ad una valutazione multidisciplinare che includa un approccio medico-sportivo e che si svolga attraverso un monitoraggio dello stato di salute del paziente sottoposto ad attività fisica individualizzata, con stima della composizione corporea e dello stato nutrizionale e successiva indicazione all’attività personalizzata da svolgere.  
Sulla base dell’attenzione recentemente riservata alla Medicina di Genere risultano particolarmente interessanti aspetti ed eventuali differenze dell’impatto della  prescrizione dell'esercizio fisico sui soggetti trapiantati appartenenti ai due generi. Infatti, sappiamo a priori come rappresentato in Figura, che esistono alcune sostanziali differenze fra genere maschile e femminile. 
Tra i parametri di composizione corporea, la massa muscolo scheletrica (MMS) ricavata secondo formula di Janssen sembra avere un ruolo clinico particolarmente rilevante. Tale parametro è stato studiato in passato non solo come indice nutrizionale e di sarcopenia, ma anche come indicatore di "performance" fisica.
Da una recente indagine sulla categoria dei trapiantati di organo solido, fegato e rene, tale metodica risulta particolarmente utile. In particolare, sembra che la MMS ricavata con formula di Janssen sia correlabile ad altri parametri antropometrici rilevati con Bioimpedenziometria (BIA) ed anche al livello di attività fisica. In entrambi i gruppi si è riscontrato un aumento della MMS , che risultava correlato positivamente con l'attività fisica svolta, in particolar modo nei soggetti di sesso maschile.

I dati ottenuti supportano quindi l’ipotesi che la MMS sia un parametro sensibile nei trapiantati per la valutazione dello stato nutrizionale e che, soprattutto, consenta di slatentizzare una diversa risposta di genere nel delicato periodo post-trapianto. La sua applicazione potrebbe risultare utile per migliorare i programmi di prescrizione dell'esercizio fisico in entrambi i generi.

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